La dipendenza patologica è condizione di subalternità nei confronti di sostanze chimiche
La definizione di “dipendenza patologica” è oggi usata in ambito scientifico per sottolineare la condizione di subalternità nei confronti di una sostanza chimica o di un comportamento. La caratteristica principale della dipendenza è l’incapacità di resistere nonostante i ripetuti sforzi che la persona fa per liberarsene.
Un altro aspetto cardine della dipendenza patologica è il craving, cioè il desiderio improvviso e incontrollabile di assumere una sostanza psicoattiva, un comportamento o anche un alimento. In psicopatologia si distinguono, dal punto di vista delle aspettative del paziente, due principali forme di craving:
1) il “craving negativo”, cioè la preoccupazione di assumere la sostanza per evitare l’astinenza;
2) il “craving positivo” ovvero la compulsione nei confronti della sostanza, sostenuta dall’aspettativa di una gratificazione.
La ricerca di una “ricompensa” è particolarmente importante per il mantenimento della dipendenza, perché in fase di astinenza il craving è particolarmente attivo ed induce la persona a tornare sulla “vecchia strada”.
Ciò accade perché la persona è attratta da stimoli che attivano sensazioni fisiche e pensieri sgradevoli, che vengono associati all’interruzione dell’assunzione della sostanza o del comportamento. Un esempio è la visione dell’insegna di un bar per una persona affetta da alcolismo.
Questa immagine scatenerebbe i sintomi d’astinenza:
1)pensieri ossessivi rivolti alla sostanza;
2) sudorazione fredda;
3) tremore;
4) ansia;
5) umore depresso.
SERGIO DEMURU