Alcol, fumo e incidenti stradali, questo e altro nelle abitudini dei giovani e giovanissimi
Alcol, fumo e incidenti stradali, questo e altro nelle abitudini dei giovani e giovanissimi al centro dell’indagine sulle dipendenze patologiche diffuse tra i ragazzi italiani, illustrata in Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza dal presidente dell’Istat, Gian Carlo Blangiardo. Qualche numero. Nel 2020, il 18,2% dei ragazzi e il 18,8% delle ragazze di 11-17 anni hanno consumato almeno una bevanda alcolica nell’anno. Negli ultimi anni si è registrata per i ragazzi una progressiva riduzione del consumo nell’anno; per le ragazze, invece, si è osservato – soprattutto a partire dal 2018 – un progressivo aumento, che ha allineato i livelli di consumo a quelli dei coetanei maschi. In particolare, nel 2020, si è registrato tra le ragazze un aumento di circa 2 punti percentuali rispetto al 2019. Il consumo di bevande alcoliche tra i ragazzi è prevalentemente un consumo occasionale (17,6%) e spesso avviene lontano dai pasti (8,7%), ha spiegato il presidente dell’Istat. Tra le bevande alcoliche maggiormente consumate in questa fascia d’età, si segnala, tra i maschi, principalmente la birra (14,3%) e gli aperitivi alcolici/amari/superalcolici (12,4%); tra le ragazze, gli aperitivi alcolici/amari/superalcolici (13,5%), seguiti dalla birra (12,2%). Blangiardo ha ricordato che le indicazioni scientifiche del ministero della Salute considerano il livello di consumo zero come livello di riferimento per la popolazione di età inferiore ai 18 anni di entrambi i sessi, per cui “è assolutamente rilevante il fatto che, nella fascia di età 11-17 anni, il 18,5% abbia consumato almeno una bevanda alcolica nell’anno, valore che dovrebbe invece tendere allo zero”. In questa fascia d’età, inoltre, il 4,3% ha le abitudini più rischiose perché pratica un consumo giornaliero di bevande alcoliche e perché ha l’abitudine al binge drinking cioè alla assunzione consapevole di alcol finalizzata all’ubirachezza specialmente diffusa tra gli adolescenti, e/o al consumo fuori pasto almeno settimanale. Preoccupante anche il fatto che gli episodi di ubriacatura raggiungono già tra i 16-17enni livelli quasi allineati a quelli medi della popolazione (6,5% rispetto al 7,6% della media della popolazione di 11 anni e più), con livelli simili tra ragazzi e ragazze.Da segnalare infine che tra i giovanissimi di 11-17 anni è più frequente, rispetto alle altre fasce di età, l’abitudine ad effettuare l’ultimo episodio di binge drinking in discoteca o nei locali. In questa fascia d’età, se si considera soltanto chi frequenta assiduamente (più di 12 volte nell’anno) le discoteche, la quota di quanti dichiarano l’ultimo episodio di ubriacatura in discoteca o night arrivava nel 2019 al 54%. Nel 2019 gli incidenti stradali con lesioni a persone sono stati 223.400, un numero sostanzialmente invariato rispetto all’anno precedente: per il 38,2% sono legati alla guida distratta, al mancato rispetto delle regole di precedenza o semaforiche e alla velocità troppo elevata, ma aumentano i casi per la guida in stato di ebrezza alcolica che ogni 100 incidenti passano da 1,2 nel 2001 a 4,0 nel 2019. Passano, invece, da 0,1 a 1,4 quelli legati alla guida sotto l’effetto di droghe. Focalizzando l’attenzione sui conducenti giovani in età 15-24 anni, si osserva un aumento dei casi per la guida in stato di ebbrezza alcolica nel complesso (ogni 100 incidenti stradali che hanno coinvolto almeno un conducente in età 15-24 anni), che passano da 0,6 del 2001 a 1,3 del 2019 (per 100 incidenti). Tra i 15-24-enni, la classe di età per la quale si registrano i livelli più elevati dell’indicatore è quella 20-24 anni, per la quale i valori sono compresi tra 0,8 nel 2001 e 1,7 nel 2019 (per 100 incidenti). Più contenuti i valori dell’indicatore nelle fasce di età 15-17 (0,3 nel 2019) anni e 18-19 anni (0,8 nel 2019). Per quanto concerne la guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, per la classe di età 15-24 anni, l’indicatore sale da 0,07 del 2001 a 0,63 del 2019, con un aumento consistente dal 2015 al 2019. Più elevato il livello dell’indicatore per la fascia di età 20-24 anni (0,7 nel 2019), rispetto alle classi 15-17 (0,2) e 18-19 (0,6). Per le circostanze correlate alle droga i numeri sono più contenuti e più sensibili alle oscillazioni, in particolare se si analizzano le sottoclassi di età. La proporzione dei conducenti giovani, in età 15-24 anni, che causano incidenti stradali in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di stupefacenti sul totale, è pari circa al 20% per la guida sotto effetto di alcol e al 27% per la guida sotto effetto di droghe. Il restante 80% dei conducenti coinvolti in incidenti sotto l’effetto di alcol e 73% di stupefacenti riguarda prevalentemente i conducenti over 24 anni. Nel 2020 è pari al 6,3% la quota di giovani di 14-17 anni che hanno abitudine al consumo di tabacco. Tra i 18-24 anni tale quota sale al 21,9%. Si osserva nel tempo una diminuzione della quota di consumatori (erano l’8% nel 2010 tra i giovani di 14-17 anni e 26,8% tra quelli di 18-24 anni), effetto che però è compensato dall’uso della sigaretta elettronica. L’utilizzo della sigaretta elettronica – ha spiegato – negli ultimi anni si è andato via via affermando, raggiungendo nel 2020, tra i giovani di 14-24 anni, il 3,5% dei consumatori (la quota è più elevata tra i maschi di 18-24, dove raggiunge il 6%; tra i giovani di 14-17 anni la quota è pari all’1,7%).Inoltre, per quanto riguarda il fumo i comportamenti dei genitori influenzano spesso quelli dei figli. Infatti, il 35,1% dei ragazzi e dei giovani di 14-24 anni che vivono in famiglie dove entrambi i genitori sono fumatori hanno anche loro l’abitudine al fumo, rispetto all’11,5% dei giovani che vivono in famiglie con nessun genitore fumatore.
SERGIO DEMURU