L’alcolismo è uno dei problemi sociali più rilevanti

L’alcolismo, definito nel DSM-5 come “uso problematico di alcol”, è una malattia cronica, recidivante e potenzialmente mortale. E’ un disturbo caratterizzato dall’incapacità, da parte del bevitore, di astenersi dal consumare alcolici. Chi soffre di alcolismo infatti ha perso il controllo sulla sua abitudine al bere, sviluppando tolleranza. astinenza e dipendenza. L’alcolista tende infatti a bere frequentemente, bere grandi quantità di alcolici, perdendo la possibilità di bere in maniera moderata.
Chi è affetto da alcolismo sviluppa, nel tempo, una serie di gravi sintomi fisici e psicologici oltre a danni nella sfera sociale. I danni fisici più rilevanti colpiscono in particolare il cervello e il fegato, anche se in generale tutti gli organi possono essere danneggiati dall’alcol. In particolare in gravidanza l’abuso alcolico può danneggiare enormemente lo sviluppo del feto.
Da un punto di vista psicologico, chi soffre di alcolismo può manifestare alterazioni della personalità e sviluppo di aggressività. Inoltre può evidenziarsi un deterioramento nelle capacità cognitive (memoria, attenzione, concentrazione, astrazione etc.). Infine l’alcolismo provoca numerosi danni alla vita relazionale, familiare e lavorativa dell’individuo, con frequenti litigi, perdita del lavoro, separazioni etc.
L’organizzazione mondiale della sanità ha stimato che le persone affette da alcolismo nel mondo erano circa 208 milioni (il 4,1% della popolazione mondiale oltre i 15 anni). L’alcolismo è più comune nei maschi e nei giovani adulti (anche se i danni dell’alcol sono più pesanti nel sesso femminile) ed è considerato uno dei problemi sanitari e sociali più rilevanti.
Da molti anni infatti è stato lanciato l’allarme sull’uso e abuso smisurato di sostanze alcoliche, numerosi sono infatti i tentativi per arginare questo problema, soprattutto con campagne di prevenzione e sensibilizzazione. La dipendenza alcolica è un fenomeno talmente grande da essere considerato una delle principali problematiche di salute al mondo. Da uno studio epidemiologico condotto negli USA è emerso che circa il 13% delle persone, ad un certo punto della vita, soddisfa i criteri del DSM per la diagnosi di abuso di alcol e il 5% per la diagnosi di dipendenza da alcol. L’alcolismo è una problematica in crescita e l’abuso alcolico si diffonde soprattutto fra i più giovani.
A peggiorare la situazione è la presenza di numerosi luoghi comuni che sono legati all’alcol. La maggior parte delle persone infatti non è a conoscenza dei potenziali danni legati all’alcolismo. Alcuni dei principali luoghi comuni sono:
L’alcol è una sostanza stimolante (nella realtà l’alcol stimola e deprime allo stesso tempo il sistema nervoso centrale)
L’alcol aiuta le persone a dormire più profondamente (nella realtà l’alcol influenza negativamente la qualità del sonno)
L’intossicazione da alcol è maggiore quando si mischiano diverse bevande alcoliche d(nella realtà ciò che determina l’intossicazione è la quantità effettiva di alcol nel sangue)
Bere caffè fa passare l’intossicazione da alcol (nella realtà il caffè non influenza i livelli di intossicazione)
Le persone con grande forza di volontà non corrono il rischio di sviluppare alcolismo (l’ebrezza da alcol riduce drasticamente la forza di volontà)
In un forte bevitore  i danni al fegato si manifestano prima dei danni cerebrali (nella realtà è possibile che i danni cerebrali anticipino i danni al fegato)
L’astinenza da eroina è più pericolosa di quella da alcol (nella realtà è vero il contrario, l’astinenza da alcol è potenzialmente più letale di quella da oppiacei)
La presenza di numerosi luoghi comuni relativi all’alcol lo rende sicuramente una delle sostanze psicoattive più pericolose, vista la facilità nel reperirlo e i danni a medio lungo termine.
Le principali cause dell’alcolismo sono legate a fattori genetici, ambientali e psicologici. Uno degli aspetti poco conosciuti legati alla dipendenza alcolica è la familiarità; numerosi casi infatti evidenziano una predisposizione genetica a sviluppare alcolismo. Studi condotti su figli di alcolisti infatti hanno mostrato che le probabilità di sviluppare una dipendenza in questi soggetti è maggiore del 30% rispetto alla popolazione generale. Studi più approfonditi hanno preso in considerazione figli di alcolisti adottati da altre famiglie. Anche questi soggetti, non direttamente a contatto con genitori alcolisti durante la crescita, hanno comunque mostrato maggiori probabilità di sviluppare alcolismo. Esiste quindi una predisposizione genetica allo sviluppo di una dipendenza da alcol. Ulteriori studi hanno inoltre evidenziato come l’abuso di alcol in età precoce possa facilitare l’espressione di geni che aumentano il rischio di sviluppare l’alcolismo.
Oltre a cause genetiche esistono cause ambientali. Infatti contesti dove esistono pressioni sociali (ad esempio il gruppo dei pari o i mass media) che invogliano all’utilizzo di alcolici, possano più facilmente portare soggetti a rischio ad abusare di alcol e sviluppare nel tempo una dipendenza. Ma non solo. Vivere all’interno di famiglie problematiche, dove uno o entrambi i genitori è alcolista, facilità lo sviluppo di comportamenti di abuso nei figli adolescenti. Inoltre è stato osservato che l’abuso di alcol in adolescenza potrebbe facilitare lo sviluppo di una dipendenza a causa della degenerazione o dello scorretto sviluppo della corteccia cerebrale. Tale degenerazione porterebbe a sviluppare comportamenti impulsivi, facilitando così le condotte di abuso alcolico.
Ci sono anche cause psicologiche collegate all’alcolismo. L’alcol infatti, per le sue proprietà rilassanti, spesso viene utilizzato come “terapia impropria” da coloro che soffrono di forte stress, disturbi d’ansia, depressione o anche patologie psichiatriche più gravi come il DOC, la schizofrenia e il disturbo bipolare. Anche essere stati vittime di traumi nell’infanzia è un fattore che facilità lo sviluppo di una dipendenza alcolica così come lo è sviluppare un disturbo di personalità. In questi casi quindi l’alcol può essere ricercato come terapia impropria per ridurre sintomi psicologici negativi. In situazioni simili una corretta terapia farmacologica o un intervento psicologico adeguato potrebbero scongiurare la comparsa di comportamenti da abuso.
SERGIO  DEMURU

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