Il lavoro al computer danneggia la vista?
Pc, tablet e smartphone sono ormai presenti in maniera costante nella nostra vita quotidiana. Molte persone trascorrono gran parte della loro giornata lavorativa davanti a schermi luminosi e questo tempo prolungato ha conseguenze sul benessere fisico e sulla salute degli occhi. Gli esperti di Clinica Baviera Italia, istituto specializzato nella correzione dei difetti visivi, ci tengono a chiarire che per prevenire qualsiasi fastidio o il peggioramento della vista basta evitare alcuni comportamenti scorretti che all’apparenza sembrano innocui ma con il tempo possono portare disturbi ricorrenti. Il problema non sta nel computer in sé o nel tipo di lavoro svolto, bensì nella corretta posizione da assumere quando si svolgono queste attività sedentarie e, seguendo piccoli accorgimenti, possiamo proteggere in maniera efficace la nostra vista.
Dopo una lunga giornata in ufficio è molto probabile che i nostri occhi siano stanchi per l’uso eccessivo del computer. L’entità di questa condizione varia a seconda di quanto tempo si è trascorso davanti allo schermo e se esistono disturbi pregressi (astigmatismo, presbiopia e ipermetropia) che possano rendere i nostri occhi più sensibili a queste esposizioni prolungate.
Nonostante non esistano ancora prove definitive sui danni che nel lungo andare i pc possano portare alla nostra vista, l’American Optometric Association ha scoperto una serie di sintomi passeggeri che sono provocati dall’utilizzo prolungato di questi monitor:
1) Bruciore e occhi gonfi;
2) Offuscamento della vista;
3) Visione doppia;
4) Mal di testa.
Molti studi stanno riconducendo l’aumento dei casi di miopia che si è verificato negli ultimi anni tra bambini e adolescenti alle numerose ore che questa parte di popolazione trascorre davanti allo schermo dei pc e degli smartphone. Ciononostante è importante ricordare che i principali sintomi di questa esposizione prolungata non influiscono in maniera definitiva sulla nostra vista e possono essere lasciando riposare gli occhi.
Da cosa è provocato l’affaticamento visivo? Questo disturbo è provocato dal fatto che i nostri occhi durante un uso prolungato del computer devono sottoporsi ad uno sforzo continuo per mettere a fuoco le parole da vicino e per un lungo lasso di tempo, rendendoli inevitabilmente stanchi a fine giornata. Il paziente risente particolarmente di affaticamento visivo quando lo schermo è particolarmente vicino e l’illuminazione non è adeguata, imponendo così agli occhi di impiegare uno sforzo maggiore. Altri fattori che possono aumentare questo sforzo visivo sono: la presenza di errori di rifrazione non rilevati e l’utilizzo di lenti non adeguate.
Esistono diverse cause che possono provocare la secchezza oculare, ma sicuramente l’esposizione prolungata agli schermi è una tra le più comuni. Osservare un monitor per diverse ore al giorno riduce la frequenza con cui sbattiamo le palpebre, rallentando la lubrificazione dei nostri occhi e imponendo a fine giornata l’uso di colliri per alleviare questo disagio visivo.
Occhio normale e occhio secco
Perché passare tanto tempo al computer danneggia gli occhi?
Solitamente quando si pensa al tempo trascorso davanti al pc, si considerano le classiche otto ore di lavoro ma in realtà nel calcolo vanno inserite anche le ore in cui ogni giorno utilizziamo il telefonino, il pc di casa e la televisione. Questo utilizzo eccessivo degli schermi luminosi causa un affaticamento visivo (astenopia) e può dare una forte sensazione di vedere meno, causata da:
1) Eccessiva illuminazione;
2) Mancanza di illuminazione;
3) Esposizioni a luci ultraviolette;
4) Avvicinamento eccessivo allo schermo.
Come si può fare per prevenire questi disturbi? Le fastidiose conseguenze dell’affaticamento visivo possono essere prevenute e i loro effetti ridotti, se seguiamo alcuni comportamenti che correggono queste condizioni nocive alla nostra vista.
Tenere lo schermo del PC pulito e illuminato
L’illuminazione dell’ambiente dev’essere tale da poter vedere senza difficoltà gli oggetti circostanti (tastiera, mouse, fogli). Non devono essere presenti finestre dietro il monitor per non esporlo direttamente alla luce del sole e bisogna sempre regolare la luminosità dello schermo per non renderlo troppo abbagliante.
Lo schermo dev’essere posizionato ad una distanza di circa 50-70 cm (dipende dalle dimensioni del monitor) e dovrebbe essere posto in posizione inferiore rispetto allo sguardo. Se lo schermo è posizionato troppo in alto o troppo in basso può portare ad affaticamenti sul collo e le spalle a causa dell’inclinazione del viso. Se, nonostante queste indicazioni, senti il bisogno di avvicinarti allo schermo più del dovuto potrebbe essere un segnale di problemi alla vista ed è quindi consigliato recarsi dal proprio medico di fiducia.
In modo da evitare che, durante le ore di ufficio, i nostri occhi siano affaticati dal pc è necessario smettere di fissare lo schermo ogni 20 minuti e guardare un punto lontano nell’orizzonte per rilassare la nostra vista. Inoltre, ruotare gli occhi, sbatterli e sbadigliare può aiutare a rilassare la muscolatura del viso. È importante ricordare che staccare lo sguardo dal monitor non vuol dire approfittarne per controllare il telefono, i cui caratteri e pagine vanno allargati per portare meno affaticamento.
Postura adeguata
La schiena dev’essere sempre ben appoggiata allo schienale della sedia. Tra la tastiera e il bordo della scrivania occorre la giusta distanza di 15-20 cm utile per appoggiare gli avambracci. L’uso di poggia polsi potrebbe rivelarsi utile e i piedi devono poggiare a terra o su un apposito supporto.
Utilizzare occhiali o lenti a contatto apposite
Questi supporti vengono prescritti su misura dal medico oculista per non affaticare gli occhi.
Il controllo della vista è il primo rimedio per prevenire eventuali affaticamenti visivi. Il medico, in base alle nostre abitudini giornaliere, saprà indicarci i comportamenti da seguire per non sottoporre la nostra vista a sforzi eccessivi. Se si lavora oltre le 20 ore settimanali davanti al PC, è consigliabile effettuare periodicamente una visita oculistica.
SERGIO DEMURU