Quando normali attività quotidiane, come lavorare, fare acquisti, navigare su internet o andare in palestra, si trasformano in una dipendenza che può condizionare lo stile di vita e creare grande sofferenza.
I sistemi internazionali di classificazione delle patologie mentali da tempo riconoscono il gioco d’azzardo patologico come un disturbo e lo collocano all’interno della più ampia classe dei disturbi da “discontrollo degli impulsi”.
Simili al gioco d’azzardo patologico per modalità di sviluppo, sintomatologia e conseguenze che provocano, sono le così dette “patologie emergenti”: la dipendenza da sesso, gli acquisti compulsivi (o shopping compulsivo), la dipendenza da internet, il trading on line, la sindrome da “molestie assillanti” (stalking), la bigoressia. In realtà non si tratta veramente di nuovi disturbi, ma di nuove forme di dipendenza e qualsiasi comportamento “normale”, persino lavorare o avere una relazione affettiva, può essere vissuto con modalità patologiche.
Il gioco d’azzardo patologico è presente nell’1-3% della popolazione adulta, è più comune tra gli uomini che tra le donne (rapporto 3 a 2), compare spesso in adolescenza ed ha in genere un’evoluzione cronica. La dipendenza da sesso colpirebbe (il condizionale in questi casi è d’obbligo) il 5-6% della popolazione generale con un rapporto tra uomini e donne di 5 a 1, un’età d’esordio compresa tra i 26 ed i 50 anni e una maggiore frequenza tra i single rispetto a chi ha un partner fisso. Di acquisti compulsivi soffrirebbe il 2-8% della popolazione, con una netta prevalenza tra le donne (80-90% dei casi). Non sono ancora disponibili dati affidabili sulla diffusione della dipendenza da internet, del trading on line, della sindrome da “molestie assillanti” e della bigorexia.
Qualsiasi sia l’oggetto della loro “dipendenza”, le persone che soffrono di uno di questi disturbi:
1) avvertono un desiderio incoercibile (craving) di mettere in atto il comportamento desiderato;
2) continuano a farlo pur rendendosi conto delle conseguenze (fisiche, psicologiche, familiari, sociali, lavorative, economiche, legali) negative che ne derivano
3) tentano di nasconderlo agli altri ricorrendo a diversi espedienti come minimizzare o dare false giustificazioni
4) rivolgono tutte le loro energie a trovare il modo di realizzare ciò che desiderano
5) quando incontrano un ostacolo avvertono uno stato di ansia o di agitazione che ricorda le crisi di astinenza
con il tempo sviluppano una tolleranza e per ottenere lo stesso grado di soddisfazione devono aumentare l’intensità dello stimolo o la frequenza dei comportamenti Questi meccanismi comuni si concretizzano ovviamente con modalità differenti a secondo del tipo di dipendenza.
Nel gioco d’azzardo patologico c’è una forte spinta al gioco che gradualmente diventa il principale motivo di vita e in caso di impedimento pratico a “scommettere” compaiono agitazione o irritabilità; per raggiungere lo stato di piacere desiderato è necessario aumentare un po’ alla volta il valore o la frequenza delle scommesse. Nelle forme più gravi la persona, oppressa da problemi personali, familiari, lavorativi, finanziari e legali, va incontro a vere e proprie fasi di depressione con idee e tentativi di suicidio (17-24% dei casi) oppure cerca rifugio nell’alcol o nelle droghe finendo però con il rendere ancora più complicata la situazione.
Nella dipendenza da sesso la sessualità viene vissuta in modo ossessivo tanto da diventare un’esigenza primaria per la quale la persona è disposta a sacrificare tutto: salute, famiglia, amici, lavoro. Le pratiche a cui può fare ricorso sono varie e comprendono la masturbazione, i rapporti con persone anonime e/o prostitute, l’esibizionismo, il voyeurismo, il sado-masochismo, l’acquisto di materiale pornografico e l’utilizzo di servizi erotici per telefono o via internet. Le complicanze più frequenti sono le malattie mediche (infezioni sessualmente trasmesse, ipertensione, ulcera, disturbi del sonno), i disturbi sessuali (anorgasmia, eiaculazione precoce o ritardata…) e i problemi legali (reati a sfondo sessuale come esibizionismo, pedofilia, stupro) familiari (deterioramento dei rapporti con il coniuge o con i figli) e sociali (compromissione lavorativa ed economica).
Negli acquisti compulsivi la persona avverte la “necessità” di comprare oggetti spesso inutili o varianti di oggetti già posseduti come orologi, scarpe o borse, che peraltro non sono sempre di proprio gusto. Le somme spese superano le disponibilità economiche per cui ne consegue la tendenza a contrarre debiti. Lo stato emotivo che accompagna l’acquisto segue un preciso andamento: prima c’è una condizione di eccitazione, poi compaiono la sensazione di non avere più il controllo sul proprio comportamento e un’alterata percezione del tempo che sembra “dilatato”, “rallentato”, infine subentrano avvilimento e idee di colpa.
Per quanto non riconosciuta come una vera e propria patologia, anche la navigazione su internet può assumere i caratteri del comportamento ossessivo con la tendenza a trascorrere numerose ore soprattutto sui social e sulle chat e difficoltà a staccarsene. In casi estremi questo comportamento non virtuali, porta all’isolamento, riduce la capacità di applicazione sul lavoro o a scuola e crea, per un’eccessiva stimolazione sensoriale, difficoltà di attenzione. Il giocare in borsa tramite internet (trading on line) in alcuni casi assume caratteristiche simili a quelle del gioco d’azzardo patologico: la persona vive un’esperienza di rischio soggettivo che si accompagna ad una transitoria alterazione del contatto con la realtà (“dissociazione”) e ad una sensazione di “potere” derivante dall’operare in prima persona davanti alla consolle.
Può causare problemi economici, familiari e sociali.
La sindrome da “molestie assillanti” (più nota come stalking che letteralmente significa “appostarsi”) consiste in ripetuti tentativi di mettersi in contatto con una persona, per telefono, per posta o attraverso pedinamenti, che vengono vissuti come fastidiosi o intrusivi da chi li subisce. Questi’ultimo, preoccupato per l’insistenza e per l’impossibilità di bloccare le attenzioni non volute, può sviluppare sintomi di ansia o depressivi fino a un vero e proprio disturbo da stress post-traumatico.
La bigoressia colpisce quasi esclusivamente uomini i quali, malgrado l’evidenza contraria, si percepiscono gracili, minuti e con la massa muscolare poco sviluppata. Di conseguenza, rivolgono una patologica attenzione al proprio aspetto, controllano continuamente le dimensioni della muscolatura, si sottopongono a esercizi fisici prolungati e diete iperproteiche, abusano di anabolizzanti.
Ci sono scarse informazioni circa le possibilità di cura anche perché agli specialisti giungono solo i casi più complessi in cui sono contemporaneamente presenti anche altri disturbi psichiatrici, come ansia e depressione, o abuso di alcol o di sostanze. Le modalità di trattamento ricalcano quelle delle tossicodipendenze (gruppi di Auto-Aiuto per pazienti e familiari, riabilitazione, comunità terapeutiche) a cui è spesso utile associare una psicoterapia cognitivo comportamentale e/o un trattamento farmacologico da decidere di volta in volta (antidepressivi serotoninergici in caso depressione o ansia, stabilizzatori dell’umore in caso di impulsività o intensa variabilità dell’umore).
SERGIO DEMURU