In ascesa nel mondo la dipendenza da droghe.

La dipendenza da droghe continua a crescere nel mondo, dato che non lascia ben sperare se relazionato alle giovani generazioni sempre più in balia di sostanze stupefacenti, ma anche di alcol e challenge (sfide social) che generano gravi conseguenze fino alla morte. Una narrazione che ha poco di positivo e che contribuisce a delineare un quadro complessivo drammatico. Nel 2021, il 5,8% della popolazione mondiale, pari a quasi 300 milioni di persone, ha fatto uso di stupefacenti, con un incremento che supera il 20% rispetto a dieci anni prima. Sono circa 500mila, le persone decedute a seguito di overdose o per altre ragioni riconducibili al consumo di droga. A diffondere questi dati è stato l’Ufficio delle Nazioni Unite sulla Droga e il Crimine, in occasione della Giornata internazionale contro l’abuso e il traffico di stupefacenti istituita nel 1987 e che annualmente ricorre il 26 giugno.
La cannabis è la droga più usata, con una stima di 219 milioni di consumatori (4,3% della popolazione adulta globale) nel 2021. Sono 36 milioni le persone che fanno uso di anfetamine, 22 milioni di cocaina e 20 milioni quelli che fanno uso di sostanze sintetiche come, ad esempio, l’ecstasy. Certamente l’emergenza sanitaria da Covid, con due anni di isolamento e sospensione della normalità, non ha migliorato le cose. Dall’inizio del 2020, la pandemia ha avuto un impatto drammatico sul modo di vivere delle persone. In questo contesto i paesi europei, e del mondo, hanno infatti dovuto introdurre misure senza precedenti per tutelare la salute pubblica. Questa crisi ha colpito anche tutti gli aspetti del fenomeno della droga in Europa, dalla produzione, al traffico, alla distribuzione, al consumo di droghe.
La “Relazione europea sulla droga (EDR) 2021 tendenze e sviluppi” presenta infatti una panoramica di questi sviluppi illustrando i dati e le statistiche più recenti. Nel corso del 2020, ad esempio, la coltivazione di cannabis e la produzione di droghe sintetiche nell’Unione europea sono proseguite ai livelli pre-pandemici. È stata osservata una diversificazione dei circuiti del narcotraffico, con un incremento del contrabbando di cannabis ed eroina via mare, per aggirare la chiusura delle frontiere terrestri, che ha portato a grandi sequestri nei porti europei. Sono stati osservati alcuni cambiamenti nelle località di partenza della cocaina trasportata dall’America latina verso l’Europa. Tuttavia, non è stato rilevato alcun calo della fornitura; nel 2020 e all’inizio del 2021 nei porti europei sono stati segnalati sequestri di cocaina per più tonnellate, di cui 16 tonnellate ad Amburgo in Germania e 7,2 tonnellate ad Anversa in Belgio. Sembra che nel 2020 si sia mantenuta la tendenza alla coltivazione di cannabis a livello domestico, in parte per le misure di confinamento.
Sempre secondo il resoconto elaborato dall’Onu, nel 2021 quasi 40 milioni di persone in tutto il mondo erano dipendenti da droghe. Tra loro solo una persona su cinque si è sottoposta a un trattamento farmacologico, con un peggioramento della situazione negli ultimi due anni a causa della pandemia.
D’altra parte aumentano anche i decessi. Nel 2019 hanno toccato quota mezzo milione, il 17,5% in più rispetto al 2009. Quasi la metà di essi è dovuto a malattie del fegato correlate all’uso degli stupefacenti, mentre un quarto è causato da overdose. Di queste, circa i due terzi derivano dall’uso di oppioidi, che continuano a rappresentare la tipologia di droga che ha maggiore impatto sulla salute: si stima causino 12,9 milioni di anni di vita in salute persi, pari al 71% dell’impatto globale delle sostanze stupefacenti.
SERGIO  DEMURU

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