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Si inizia a bere alcol già dalle medie. Il Serd: “Pratica radicata, non c’è consapevolezza dei danni”.

Il “binge drinking”, in italiano abbuffata di alcol, è un termine che descrive un modo di bere alcolici particolarmente pericoloso per la salute che consiste nell’assumere grandi quantità di alcol (più di 4 unità per le donne e più di 5 per gli uomini) in una volta sola con l’obiettivo di ubriacarsi. Questo fenomeno, secondo i dati del Serd  (il Servizio Usl per le Dipendenze) e i dati nazionali dell’Istituto Superiore di Sanità, è particolarmente diffuso tra i più giovani e rappresenta un fattore di rischio per la dipendenza da alcol e per la salute.
In Italia meno della metà degli adulti (42%) di età compresa tra i 18 e i 69 anni dichiara di non consumare bevande alcoliche, ma 1 persona su 6 (18%) ne fa un consumo definito a “maggior rischio” per la salute, per quantità o modalità di assunzione. Questo tipo di consumo è più frequente fra i giovani e in particolar modo i giovanissimi (fra i 18-24enni la quota sfiora il 36%), fra gli uomini (22% vs 14% nelle donne) e fra le persone socialmente più avvantaggiate, senza difficoltà economiche (20% vs 15% di chi ha molte difficoltà economiche) o con un alto livello di istruzione (21% fra i laureati vs 8% fra chi ha, al più, la licenza elementare).
Il consumo “binge” in Italia, sempre su un campione di adulti di età compresa tra i 18 e i 69 anni, ha un a prevalenza del 9.6%, con in testa la Valle D’Aosta, dove questa percentuale è del 16.1%. Proprio sul tema del “binge drinking”, il Serd nazionale ha lanciato la campagna di prevenzione – sulla base dell’accordo di collaborazione tra Ministero della Salute e Regione – “Contrasto al “binge drinking”: interventi a favore dei giovani vulnerabili”, diretta dal dottor Gerardo Di Carlo, coordinato e realizzato dall’educatrice Marilena Frediano. Il progetto comprende diverse attività di sensibilizzazione, non solo rivolte direttamente ai ragazzi. Ha detto il Dott. Di Carlo: “Abbiamo istituito una collaborazione con il pronto soccorso per aprire un canale di segnalazione volontaria per i ragazzi che vengono ricoverati per intossicazione da alcol o ubriachezza, che li porti a noi per eventuale consulenza. Abbiamo tenuto una formazione agli operatori di pronto soccorso, del 118 e dei colleghi di psichiatria sull’alcol e il binge drinking, gli effetti sui giovani e su come affrontarli in modo da non minimizzare il problema e intraprendere azioni immediate”.
All’interno della campagna sono state organizzate anche attività di prevenzione educativa dedicata ai pazienti del Serd come ad esempio giornate dedicate allo sport, gite e attività sul territorio con l’obiettivo di far provare esperienze emozionanti e piacevoli, in cui non è necessario fare uso di sostanze per godersi il momento”.
Infine, il progetto è intervenuto anche nelle scuole medie e alcune classi delle superiori soprattutto ad Aosta e dintorni, per sensibilizzare i ragazzi sul tema proprio nell’età in cui statisticamente si hanno i primi approcci con la sostanza. Ai ragazzi coinvolti è stato chiesto di realizzare materiale pubblicitario multimediale originale sul tema dell’abuso di alcol e binge drinking.
Al Serd nel nord Italia, nel 2023, 139 pazienti tra gli 11 e i 26 anni channo intrapreso un percorso a causa di uso di sostanze. Le più frequenti sono: la cannabis, altre droghe come ad esempio cocaina o psicofarmaci non prescritti, ma anche dipendenze ‘da internet’ ovvero da social, gioco d’azzardo online o da videogiochi.
Si tende a pensare all’alcolista come un individuo che è dipendente dall’alcol, ma non esiste l’alcolista di 16 anni. Tra i più giovani non si parla del ragazzo che deve bere tutti i giorni perché è in astinenza, ma del ragazzo che abusa dell’alcol ‘in serata’ una, due volte a settimana, per questo si parla di binge drinking. I ragazzi che vengono aiutati, quindi, cercano aiuto molto raramente per problemi di alcol, ma ci siamo accorti che quasi sempre è presente anche un uso problematico dell’alcol, senza contare che l’utilizzo di una sostanza facilita quello di un’altra. L’uso di alcolici è un pratica profondamente radicate nel nostro contesto culturale e, purtroppo, nella nostra regione in particolare e questo si manifesta in una scarsa consapevolezza dei problemi che l’abuso della sostanza può causare. A livello educativo, facendo interventi nelle scuole, ci siamo accorti che anche i ragazzi minorenni hanno i primi contatti con l’alcol già a partire dalla scuola secondaria di primo grado e addirittura alcuni ci hanno detto di farne uso per placare l’ansia prima di entrare a scuola. La cosa è davvero preoccupante perché dimostra la mancanza assoluta di consapevolezza nell’uso della sostanza.
In questi casi è importante introdurre l’idea che esistano tanti diversi modi di gestire l’ansia e sono di solito i ragazzi stessi a farci degli esempi, di solito quelli che praticano sport a livello agonistico raccontano delle loro strategie apprese per gestire lo stress delle gare. Questo è un ottimo esempio dell’impatto positivo che le attività sportive (e non solo) hanno sui ragazzi, offrendo un primo approccio alla costruzione di consapevolezza di sé.
L’approccio alla prevenzione di questo progetto parte proprio dall’idea di rendere i ragazzi stessi protagonisti e ideatori del materiale educativo proposto, per dare sfogo alla loro creatività, invece che limitarsi all’ascolto passivo. E siamo felici di dire che ha funzionato, i ragazzi erano molto interessati e in alcuni casi entusiasti di poter partecipare ad un’attività creativa di gruppo, per non parlare del fatto che hanno cominciato un passaparola tra di loro per raccontare dei loro lavori.
“E non è finita.-dice la coordinatrice del Serd Marilena Frediano
-Il materiale della “Challenge binge drinking” verrà utilizzato in una campagna pubblicitaria molto articolata dedicata proprio ai più giovani, che uscirà a breve, per demistificare i falsi miti sull’alcol”
SERGIO  DEMURU

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