Quali sono le droghe leggere e quali effetti hanno.
Droghe leggere è un termine generico, non tecnico, con cui ci si riferisce a sostanze che anche se hanno un effetto sul cervello e sulla psiche, tuttavia non avrebbero la capacità di dare conseguenze “pesanti” come la dipendenza e la crisi di astinenza. Ma è davvero così?
Si può rispondere in modo sensato a questa domanda solo se si ricorda che la dipendenza da droghe non è un effetto esclusivo della droga, più o meno leggera, ma il risultato dell’interazione tra la droga e chi la assume.
La quantità, la frequenza, la via di assunzione, le circostanze di consumo, la sensibilità individuale, l’assunzione insieme ad altre sostanze, condizionano fortemente gli effetti di una droga su un particolare individuo.
Quindi si potrebbe dire che possono esistere “dipendenze pesanti da droghe leggere” e “dipendenze leggere da droghe pesanti”. In sintesi, ogni sostanza che agisce sul cervello e sulla psiche può dare problemi più o meno grossi a seconda di quanto e come la persona che la assume si lascia prendere da essa.
In modo generico e inesatto, con droghe leggere ci si riferisce alle sostanze psicotrope ricavabili da una pianta originaria dell’Asia meridionale, la Cannabis (nome botanico Canapa).
A seconda dell’ambiente e del clima in cui si è sviluppata, la pianta ha caratteristiche diverse:
a) Cannabis sativa: presenta una forma slanciata con foglie di color verde chiaro. Queste piante tendono ad avere alte concentrazioni di THC tetraidrocannabinolo, il principio attivo che dà gli effetti psichici in genere cercati da chi consuma Cannabis e un contenuto basso di CBD, il Cannabidiolo, un componente che ha essenzialmente effetti sedativi e antidolorifici, ma non psicoattivi. È il tipo di Cannabis nativa più usata per ottenere la droga.
b) Cannabis indica: si distingue per le dimensioni più contenute e le forme cespugliose, questa possiede una concentrazione di Cannabidiolo più elevata rispetto alla sativa. La varietà di Cannabis in questione conduce ad uno stato di rilassatezza muscolare, ad un effetto calmante e, inoltre, concilia il sonno.
c) Cannabis ruderalis: questa, presenta una scarsa concentrazione di THC combinata ad un elevato contenuto di Cannabidiolo. La caratteristica principale della Cannabis ruderalis è quella di essere auto-fiorente, ovvero di non dipendere dal fotoperiodo per fiorire. Questa varietà viene utilizzata nella creazione di piante genetiche ibride (ovvero, in parte ruderalis, e in parte indica e/o sativa), dalle quali si ottengono tipi di Cannabis con concentrazioni di principi attivi proprie della indica o della sativa, ma auto-fiorenti, quindi più facili da coltivare.
Ecco alcune delle sostanze psicotrope ricavabili dalla Cannabis e che, come abbiamo già detto, genericamente, vengono definite droghe leggere.
Hashish è il prodotto ottenuto dalla lavorazione della resina dei fiori femminili. Ha una elevata concentrazione di THC, tra il 10 e il 20%, quindi è potente.
Ganja (o sensimilla) è il materiale secco, non resinoso, sulla punta delle piante femminili, che ha tra il 5 e l’8% di THC.
L’Olio di Hashish, è un liquido costituito sia da materiale erboso che da resina di Cannabis. Può assumere una colorazione verde o marrone scuro.
Marijuana o Bhang è il resto della pianta e ha un contenuto basso di THC (2-5%). Tuttavia, nuove tecniche di coltivazione hanno cercato di aumentare il THC anche in questa parte della pianta, arrivando fino al 9%.
Skunk è una ibridazione di tipi diversi di Cannabis, selezionata per dare una maggiore concentrazione di THC, che arriva fino al 25%, con una bassa concentrazione di CBD. Ha pertanto effetti psicoattivi rilevanti ma una scarsa compensazione sedativa da CBD, per cui produce più facilmente crisi psicotiche.
Prendendo ispirazione dal THC, si stanno producendo una serie infinita di composti sintetici, molto potenti, come JWH-018, CP 47 (spice, K2, incenso, mojo), che sono continuamente variati per sfuggire alla legislazione e ai test diagnostici di laboratorio. Sono sostanze ad elevata tossicità e dagli effetti sconosciuti, ma probabilmente pericolosi. Il fatto che non siano riscontrabili in laboratorio costituisce un grosso problema in Pronto Soccorso, in caso di effetti gravi, perché non si può somministrare l’antidoto.
L’effetto è immediato se fumata, ritardato se assunta per os (mangiata, bevuta) e la durata è di circa 2-3 ore. Dato che il THC si distribuisce nel grasso corporeo, il metabilita carbossi-THC è ritrovabile per 2 settimane (fino a 4) nell’urina.
Gli effetti generali che normalmente ricerca chi assume Cannabis sono: analgesia, sensazione di euforia, riduzione dell’aggressività e quindi ricerca di calma, sedazione.
Altri effetti immediati ma che definirei decisamente indesiderati sono:
1) bocca secca
2) fame compulsiva (chiamata “fame chimica” da chi la fuma)
3) ipertensione con ipotensione ortostatica (quando ci gira la testa appena ci solleviamo)
4) tachicardia
5) congiuntive arrossate
Senza trascurare i danni da fumo sull’apparato respiratorio, analoghi a quelli del fumo di sigaretta, incluso il cancro polmonare, l’uso continuo e quindi l’abuso di derivati della Cannabis, causa effetti collaterali. Alcuni di tipo psicotico sono reversibili in 2-6 settimane. Quelli più riscontrati sono:
1) depressione e angoscia
2) ansia
3) attacchi di panico
4) idee deliranti
5) paranoia
6) allucinazioni
7) confusione mentale
8) disorientamento
9) senso di alienazione
10) incoordinamento motorio
11) alterazioni cognitive (apprendimento e memoria, quindi attenzione ai giovani!)
I derivati della Cannabis, non sono “dementing drug” come le Benzodiazepine e l’alcol, cioè gli effetti sulla capacità di fare ragionamenti complessi si recupera in circa 30 giorni di astensione.
Si può avere una crisi di astinenza da Cannabis?
Sì. Anche se comunemente si ritiene che non ci sia, almeno una persona su 10 ha una sindrome astinenziale significativa.
I disturbi principali sono irritabilità, ansia, insonnia e incubi, disregolazione dell’umore (collera, aggressività), perdita dell’appetito. Inoltre si può avere senso di malessere generale con cefalea, brividi, sudorazione profusa, tensione fisica. Può durare molti giorni, anche 3-4 settimane.
Perché la dipendenza da Cannabis è pericolosa?
La dipendenza da cannabis può causare molti danni a livello cerebrale, sessuale e fisico. L’uso di Cannabis è un forte fattore di rischio per lo sviluppo di disturbi psicotici.
Il consumo di “droghe leggere” ha effetti gravi in età adolescenziale, infatti, studi recenti hanno confermato che l’uso di queste sostanze altera la capacità dei neuroni di svilupparsi in modo appropriato, portando così ad una maggiore vulnerabilità all’insorgenza di disturbi mentali, quali depressione, psicosi, ansia e disturbi affettivi.
Disturbi a livello sessuale, sia per gli uomini (incapacità a raggiungere l’erezione, infertilità, anomalie spermatiche, diminuzione del livello di testosterone e della motilità) che per le donne (aumento del livello di testosterone, alterazione del ciclo mestruale, deficit fetali di crescita, parti pretermine, difficoltà al momento del travaglio). Inoltre possono presentarsi problemi fisici a carico del sistema respiratorio (bronchite acute) e maggiore probabilità di sviluppare tumori ed infarti.
In seguito alla carrellata degli effetti che la Cannabis produce, avvalorare l’ipotesi che si tratti di sostanze leggere significa incentivare le persone a sottovalutare le conseguenze cui tale sostanza può portare, e quindi provarne il consumo.
In conclusione, quindi, come possiamo promuovere corretti stili di vita e fare campagne contro il consumo di droga, alcol e tabacco se poi in forma contraddittoria sosteniamo che in piccole dosi o in forma leggera, le droghe non fanno male o non arrecano danno?
SERGIO DEMURU