Categorie
Salute 2.0

L’attività fisica come strumento di salute, ma anche opzione per diminuire la spesa sanitaria.

L’attività fisica regolare permette risparmi sulla spesa sanitaria privata e pubblica, per un valore economico annuo stimato di € 5,6 mld (49% dell’impatto totale).
Nell’Unione europea (UE), il 45% delle persone afferma di non fare mai esercizio fisico o praticare sport e una persona su tre ha livelli insufficienti di attività fisica, secondo l’ultimo sondaggio specifico dell’Eurobarometro. Ciò porta a milioni di casi di malattie non trasmissibili, che peggiorano la salute delle persone e appesantiscono le economie. Un nuovo rapporto dell’OMS e dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico spiega come l’aumento dell’attività fisica ai livelli raccomandati potrebbe prevenire migliaia di morti premature nell’UE e risparmiare miliardi nella spesa sanitaria.
“L’attività fisica regolare è una delle cose più importanti che le persone possono fare per una vita sana. Non solo riduce significativamente il rischio di numerose malattie non trasmissibili, ma migliora anche la salute mentale e aumenta il benessere”, afferma Kremlin Wickramasinghe, capo ad interim dell’Ufficio europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie non trasmissibili dell’OMS.
L’OMS raccomanda almeno 150 minuti di attività fisica di intensità moderata a settimana e ogni movimento conta per una salute migliore. Il nostro ultimo rapporto mostra che se tutti nell’UE dovessero soddisfare i livelli di attività fisica raccomandati dall’OMS, si potrebbero prevenire più di 10.000 morti premature ogni anno.
Il nuovo rapporto prodotto in collaborazione con l’OCSE e con il finanziamento dell’UE mostra il potenziale impatto che l’aumento dei livelli di attività fisica avrebbe sulla salute della popolazione e sull’economia dell’UE.
Secondo la pubblicazione, l’aumento dell’attività fisica ai livelli minimi raccomandati nell’UE eviterebbe 11,5 milioni di nuovi casi di malattie non trasmissibili entro il 2050, inclusi 3,8 milioni di casi di malattie cardiovascolari, 3,5 milioni di casi di depressione, quasi 1 milione di casi di diabete di tipo 2 e più di 400.000 casi di tumori diversi. Raggiungere l’obiettivo di 300 minuti di attività fisica a settimana eviterebbe altri 16 milioni di casi di malattie non trasmissibili.
Inoltre, il rapporto presenta i potenziali benefici economici calcolati di una maggiore attività fisica nelle parità di potere d’acquisto (PPP), i tassi di conversione delle valute che cercano di pareggiare il potere d’acquisto delle diverse valute, eliminando le differenze nei livelli dei prezzi tra i paesi.
Oggi, la Germania, l’Italia e la Francia registrano il carico più elevato di attività fisica insufficiente sulla spesa sanitaria nell’UE. Il rapporto OMS/OCSE stima che questi 3 paesi spenderanno in media rispettivamente 2 miliardi di euro PPA, 1,3 miliardi di euro PPA e 1 miliardo di euro PPA per il trattamento di malattie legate a un’attività fisica insufficiente ogni anno tra il 2022 e il 2050.
“Il nostro studio di modellazione mostra chiaramente che l’aumento dei livelli di attività fisica non è solo ottimo per la salute, ma creerà un effetto positivo per l’economia di qualsiasi paese, restituendo 1,7 euro di benefici economici per ogni euro investito”, ha affermato Michele Cecchini, a capo del gruppo Programma di lavoro dell’OCSE sulla sanità pubblica.
Complessivamente, se i paesi dell’UE affrontassero l’inattività fisica nell’intera popolazione, risparmieranno in media lo 0,6% del loro budget sanitario. Si tratta di quasi 8 miliardi di euro PPP all’anno, più della spesa sanitaria annuale totale di Lituania e Lussemburgo messi insieme.
Il rapporto OMS/OCSE evidenzia la necessità di un futuro più attivo mentre i paesi stanno riaprendo dopo le restrizioni dovute al COVID-19. La pandemia di COVID-19, che ha visto molti paesi introdurre restrizioni alla circolazione a livello nazionale, ha avuto un impatto negativo sui livelli di attività fisica nell’UE. Più della metà degli intervistati dell’ultimo sondaggio Eurobarometro ha affermato di aver ridotto il proprio livello di attività fisica, con il 34% che si esercita meno frequentemente e il 18% che si ferma completamente.
In questo contesto, il rapporto OMS/OCSE propone misure politiche che possono aumentare i livelli di attività fisica e rendere le persone più consapevoli dei suoi benefici per la salute.
“Molti paesi hanno già compiuto passi promettenti in questa direzione. Ma ci sono ancora molte opportunità per imparare dai reciproci successi. Ad esempio, i programmi per promuovere i viaggi attivi verso la scuola o il lavoro sono presenti rispettivamente solo in 14 e 17 dei 27 Stati membri dell’UE”, ha aggiunto il dott. Wickramasinghe.
Esiste un’ampia gamma di opzioni politiche per aumentare i livelli di attività fisica, che migliorano la salute della popolazione, oltre a ridurre la spesa sanitaria:
1) programmi specifici nelle scuole, nei luoghi di lavoro e nel sistema sanitario
2) politiche per aumentare l’accesso agli impianti sportivi
3) urbanistica, ambiente e politiche dei trasporti
4) politiche di comunicazione e informazione.
Poiché l’attività fisica è un comportamento complesso, è necessario un pacchetto completo di politiche per mirare a tutti i suoi fattori contemporaneamente, con finanziamenti sufficienti e duraturi e una solida valutazione. Le misure sono pienamente in linea con il programma di lavoro europeo dell’OMS 2020-2025, che promuove un’azione congiunta per una salute migliore in tutti i 53 Stati membri della regione europea dell’OMS.

SERGIO   DEMURU

Categorie
Salute 2.0

Il Disturbo Ossessivo Compulsivo da Ordine e Simmetria si manifesta quando si vede disordine, anche minimo

Il Disturbo Ossessivo Compulsivo da Ordine e Simmetria è caratterizzato da una profonda intolleranza per qualsiasi forma di disordine, anche minimo: vedere oggetti posti in maniera non ordinata, allineata o simmetrica causa un grave disagio, legato alla percezione di mancanza di armonia o logica. Dal bisogno impellente di ordine,  simmetria, allineamento, di “fare le cose per bene” scaturiscono compulsioni quali comportamenti rituali di ordinamento/allineamento, ripetizione e sistemazione/risistemazione, che contribuiscono a generare nel soggetto un senso di sicurezza interno e di controllo dell’ambiente circostante.
I bambini, ad esempio, cercano di estinguere il disagio derivante dall’ossessione di simmetria  delle lettere o dei numeri, cancellando  e riscrivendo ripetutamente sul quaderno i segni grafici corrispondenti, fino a che “sono a posto”. Adulti ed adolescenti, invece, possono sentire l’impulso di toccare un oggetto con la mano destra e subito dopo specularmente con la sinistra, secondo un preciso rituale mentale.
Il livello di interferenza nel funzionamento della persona e l’intrusività del disturbo nella vita quotidiana distinguono questo sottotipo di Disturbo Ossessivo Compulsivo da una generale preferenza umana per l’ordine e la simmetria o da specifici schemi comportamentali (script) caratteristici di alcune culture o subculture (es. pratiche di Feng Shui, stili di vita incoraggiati dai mass-media, ecc…)
La ricerca ha evidenziato anche come le ossessioni da simmetria e le compulsioni di ordine siano le uniche trasversali tra le culture.
Allo stesso modo, il disturbo si differenzia dalla comune tendenza al perfezionismo, poiché vengono perseguiti standard arbitrari eccessivamente rigidi, piuttosto che standard eccessivamente alti interni al sé (self-oriented) o socialmente imposti (socially prescribed).
Sintomi
I sintomi principali possono includere:
1) Pensieri, immagini, vissuti persistenti riferiti al bisogno di simmetria/esattezza;
2) Comportamenti ripetitivi di ordinamento/riordinamento e conteggio;
3) Bisogno di ripetere attività di routine (entrare/uscire dalla porta; sedersi/alzarsi dalla sedia, ecc…)
4) Bisogno di controllare eventuali errori;
5) Paura di non esprimersi in modo perfettamente corretto;
6) Comportamenti evitanti per prevenire ossessioni o compulsioni riferite alla simmetria/esattezza
7) Comportamenti ripetitivi che implicano il tocco simmetrico o azioni/movimenti simmetrici;
8) Rituali mentali di controllo e bilanciamento;
9) Bisogno di toccare, sfiorare, strofinare per “rimettere a posto le cose”;
Chi è affetto da Disturbo Ossessivo Compulsivo da Ordine e Simmetria, generalmente:
1) Prova una percezione di incompiutezza/imperfezione rispetto ad esperienze soggettivamente insoddisfacenti (not as just right), riferite all’ordine e alla simmetria;
2) Percepisce sensazioni corporee (tattili, muscolari, scheletrico-viscerali) e mentali (disagio, energia compressa) che precedono o accompagnano le compulsioni (cd. sensory phenomena);
3) Mette in atto rituali e compulsioni per ridurre sentimenti di insoddisfazione o disagio (piuttosto che di ansia), che scaturiscono dall’esperienza soggettiva
4) Presenta una minore fluenza verbale, con ricadute sulla flessibilità cognitiva;
5) Può mettere in atto i comportamenti rituali per evitare presunte ed irrealistiche conseguenze negative su di sé o i propri cari (c.d. pensiero magico)
Gli studi epidemiologici indicano che la dimensione ordine/simmetria è una delle manifestazioni più comuni del Disturbo ossessivo compulsivo  nell’arco della vita. Inoltre, si stima sia uno dei sottotipi di DOC più diffusi negli adulti (32 %) e nei bambini (35 %).
Il disturbo sembra avere una maggiore incidenza nel sesso maschile e presentare una componente genetica. È, inoltre, associato all’insorgenza precoce del DOC e ad un decorso più severo; frequente anche la presenza di disturbi da tic.
Nei casi di pregressa storia familiare di DOC, si segnala una maggiore compromissione del funzionamento della persona e comportamento suicidario.
Studi di neuroimmagine funzionale suggeriscono il coinvolgimento di corteccia prefrontale – talamo – striato (circuiti neurali responsabili del processo decisionale, inibizione della risposta e individuazione dell’errore),  nonché l’influsso contestuale di traumi perinatali (come  ipertensione arteriosa materna ed emorragia preparto).
Nel post partum la dimensione della simmetria/ordine è associata  all’insorgenza del Disturbo Ossessivo Compulsivo.
Si ritiene che tre siano i fattori motivazionali maggiormente coinvolti:
1) Perfezionismo visivo ed intolleranza dell’incertezza
2) Sovrastima e bisogno pervasivo di controllare i pensieri
3) Eccessiva percezione di responsabilità e sovrastima della minaccia percepita.
Il livello di consapevolezza del disturbo (insight) risulta generalmente piuttosto basso. Poiché le ossessioni non sono vissute come esperienze avverse e le compulsioni sono viste come utili strategie per “mettere le cose a posto”, l’accesso spontaneo al trattamento clinico è più difficoltoso.
La diagnosi si fonda sui sintomi clinicamente significativi che causano compromissione o disagio e su diversi strumenti diagnostici.
Sono presenti comorbidità con:
1) Disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD)
2) Disturbo di panico
3) Agorafobia
4) Disturbo da uso di sostanze
5) Bulimia Nervosa
6) Disturbo Post Traumatico da Stress
7) Disturbo bipolare dell’umore
8) Epilessia
La terapia deve essere costruita intorno alle caratteristiche individuali del paziente e dei suoi contesti di vita.
Tra le numerose Terapie cognitivo-comportamentali attualmente in uso per la cura del Disturbo Ossessivo compulsivo, la più utilizzata è la ERP (Response Prevention Exposure), che interviene con:
1) il confronto sistematico tra le situazioni che evocano la paura ed i relativi stimoli di attivazione
2) la sospensione dei rituali compulsivi funzionali alla riduzione immediata dell’ansia/disagio
Attraverso sessioni di visualizzazione immaginativa o in un setting concreto (ambiente di vita/lavoro del paziente), si procede alla progressiva presentazione di stimoli stressogeni che il soggetto impara a tollerare gradatamente.
Interventi di ristrutturazione cognitiva risultano, inoltre, efficaci per affrontare credenze relative al pensiero magico ed al senso di “incompletezza”.
Utile anche l’intervento psicoeducativo sulla famiglia, per ridurre i vissuti negativi rispetto alla gestione quotidiana, che spesso sono responsabili della esacerbazione del disturbo.
Tenuto conto della notevole connessione tra il disturbo specifico ed il mind wandering (“la mente che vaga tra i pensieri), la pratica della Mindfulness  si rivela fondamentale nell’interrompere il legame circolare tra pensieri intrusivi e rinforzo delle compulsioni.
L’approccio farmacologico si avvale degli Inibitori Selettivi della ricaptazione di Serotonina (SSRI), sebbene possano anche essere utilizzati, in aggiunta, inibitori della monoamminossidasi e neurolettici.
SERGIO  DEMURU

Categorie
Salute 2.0

Psicologia e prevenzione delle dipendenze

Obiettivo principale della prevenzione delle dipendenze è quello di aiutare le persone ad evitare o posticipare l’uso di sostanze psicoattive, o se hanno già iniziato, impedire l’insorgenza di disturbi causati dal consumo delle stesse (uso dannoso o dipendenza). Lo scopo generale della prevenzione dell’uso di sostanze, tuttavia, è molto piú ampio e consiste nel garantire lo sviluppo sano e sicuro del bambino e del ragazzo per realizzare i propri talenti e potenzialità diventando membri attivi della comunità e della società a cui si appartiene. Una prevenzione efficace contribuisce significativamente alla partecipazione attiva del bambino, giovane o adulto nella propria famiglia, scuola, posto di lavoro o comunità. Per estensione questa definizione vale per tutte le dipendenze, comprese quelle comportamentali come per esempio il gioco d’azzardo. Nello specifico, per azioni volte ad “impedire l’insorgenza di disturbi” causati dai vari comportamenti di dipendenza si intendono anche quegli interventi di prevenzione ambientale che mirano ad evitare che, in presenza di un comportamento a rischio, questo si trasformi in vera e propria dipendenza. Il termine “prevenzione” nasce in ambito medico-sanitario e richiama l’idea di “evitare”, “ostacolare”, “impedire” l’insorgere di un evento dannoso. In quest’ambito lo studio causale e lineare dei fenomeni è fondamentale per prevenire ed evitare la comparsa di possibili conseguenze negative. Da qui ha preso le mosse anche l’idea di prevenzione in ambito psicosociale che durante i primi anni del ventesimo secolo ha iniziato ad applicare questo tipo di approccio sulle cause di insorgenza dei disturbi mentali, andando ad agire sui fattori ambientali considerando in modo deterministico la stretta relazione tra gli stessi e i comportamenti problematici.

SERGIO   DEMURU