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In Italia una persona su dieci ha fatto uso di cannabis o suoi derivati.

Una persona su dieci in Italia ha fatto uso di cannabis o di suoi derivati, secondo le stime più recenti dell’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze. La percentuale di consumatori si alza se si analizzano le fasce più giovani della popolazione: un quarto degli italiani tra i 15 e i 19 anni ha detto di aver consumato cannabis almeno una volta nella vita (il 27 per cento tra i ragazzi, il 23 per cento tra le ragazze).
Di questi, l’1,3 per cento ha riferito di averne fatto un uso frequente, cioè venti o più volte in un mese. Nel 2019 ci sono state 46mila infrazioni e reati legati alla cannabis in Italia (31mila legati all’uso, 15mila alla vendita).
Il mercato delle sostanze stupefacenti muove ogni anno attività economiche per circa 16 miliardi di euro, di cui il 39 per cento attribuibile al consumo della cannabis e dei suoi derivati (l’equivalente di circa 6,3 miliardi di euro), secondo quanto riportato nella relazione parlamentare sull’uso delle droghe in Italia presentata nel 2021.
Nel rapporto dell’Istat dell’ottobre del 2023 sull’economia non osservata, nel 2019 la spesa delle famiglie italiane in attività illegali (quali droga, prostituzione e contrabbando di sigarette) ammontava a 22 miliardi di euro. Soldi assorbiti in gran parte dalla criminalità organizzata che gestisce il traffico e lo spaccio, oltre al resto delle attività illegali.
Secondo l’osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze, nel 2019 gli stati dell’Unione europea hanno segnalato 326mila sequestri di resina di cannabis per un totale di 465 tonnellate e 313mila sequestri di cannabis in foglie e infiorescenze per un totale di 148 tonnellate.
Il consumo di cannabis è più diffuso in Francia (11 per cento della popolazione), Spagna (10,5 per cento) e Italia (10 per cento). Lo stato dove si consuma meno cannabis in Europa è l’Ungheria (1,3 per cento della popolazione).
Restringendo il calcolo sui giovani tra i 15 e i 24 anni la percentuale in Italia sale al 24 per cento (circa un giovane su quattro) al di sotto di Francia e Repubblica Ceca (rispettivamente con il 28 e il 27 per cento). Sull’altro estremo si trovano Grecia e Ungheria, con meno del 3,5 per cento di giovani che hanno utilizzato cannabis nell’ultimo anno.
Una ricerca dell’università di Messina ha stabilito i costi e i benefici di un’eventuale legalizzazione della cannabis in Italia. Proiettando i dati del Colorado (Stati Uniti) – dove la sostanza è legale dal 2012 – sulla popolazione italiana e ipotizzando accise, tasse statali e locali pari al 32 per cento, il gettito per una popolazione di 60 milioni di abitanti sarebbe di 3,26 miliardi di euro su un fatturato superiore ai dieci miliardi di euro.
Oltre al gettito fiscale derivante dal commercio legale della cannabis, si registrerebbero altri risparmi. I ricercatori hanno calcolato che in un anno si risparmierebbero 541,67 milioni di euro per le spese di magistratura carceraria e 228,37 milioni per le spese legate a operazioni di polizia.
Alcuni studi stimano che la legalizzazione della cannabis in Italia favorirebbe la creazione di molti posti di lavoro tra stagionali impiegati nelle piantagioni e addetti alla vendita, producendo un ulteriore gettito irpef.
In Italia la possibilità di ricorrere legalmente a farmaci cannabinoidi esiste dal 2007. Dal 2017 la cannabis viene coltivata a scopo terapeutico direttamente dallo stato, presso lo stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze e sotto la supervisione dei ministeri della difesa e della salute, con lo scopo di diminuire le importazioni dall’estero, soprattutto dai Paesi Bassi.
È ritenuta utile per la cura di diverse patologie: dall’ansia alla depressione, ma anche malattie reumatiche o neuropatie. Inoltre è efficace come stimolante dell’appetito per chi soffre di anoressia, come antidolorifico, e per lenire gli effetti collaterali di chemioterapie e radioterapie in pazienti oncologici.
La sostanza è attualmente disponibile in Italia in due varianti: Fm1 e Fm2. Il ministero della salute ha pubblicato i dati relativi al consumo di cannabis medica degli ultimi quattro anni. La vendita di questa sostanza risulta in aumento anno dopo anno, arrivando a 1,2 tonnellate nel 2021, con l’Emilia-Romagna in testa tra le regioni rappresentando più del 25 per cento del totale.
SERGIO  DEMURU

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Dipendenza da cannabis: hashish, marijuana e cannabinoidi sintetici.

Una delle sostanze più controverse è certamente quella estratta dalla “cannabis”, una pianta dalle cui infiorescenze deriva la marijuana. Dalla pianta della “cannabis” deriva anche l’hashish, che si distingue dalla marijuana per il metodo di estrazione e la consistenza con la quale si presenta (solida o pastosa). Entrambe queste sostanze (hashish e marijuana) vengono comunemente indicate con il termine “cannabis” (che in realtà è il nome della pianta da cui derivano). Esistono poi altri composti cannabinoidi sintetici, prodotti per uso non medico. Tutte queste sostanze contengono il delta-9-tetraidrocannabinolo (delta-9-THC, più comunemente indicato come THC), che è la sostanza psicoattiva.
I cannabinoidi producono svariati effetti a livello cerebrale, agendo principalmente su due recettori dei cannabinoidi: il CB1 e il CB2, distribuiti in tutto il sistema nervoso centrale. Il contenuto di THC varia notevolmente (con un considerevole incremento riscontrato negli ultimi anni), producendo effetti diversi.
La “cannabis” può essere ingerita oralmente, mescolandola al cibo, oppure può essere fumata insieme al tabacco oppure ancora può essere vaporizzata, riscaldandola per il rilascio della sostanza psicoattiva che viene poi inalata. Quando fumata, gli effetti sono più rapidi e più intensi.
L’insorgenza della dipendenza da “cannabis” si verifica, nella maggior parte dei casi, durante l’adolescenza o la prima età adulta. Quando l’uso della “cannabis” avviene precocemente (prima dei 15 anni), vi è una più alta probabilità di sviluppare una dipendenza da “cannabis” e, in generale, una dipendenza anche da altre sostanze, così come disturbi mentali in età adulta. Sebbene si tratti di un disturbo il cui sviluppo si verifica in un arco di tempo prolungato, esso può essere molto più rapido tra gli adolescenti. L’uso della “cannabis” aumenta gradualmente, sia in frequenza che in quantità. Tale incremento è spesso agevolato dalla percezione di un minor rischio rispetto ad altre sostanze e dal fatto che i sintomi derivanti da un’intossicazione non causano una compromissione cognitiva e comportamentale così grave e marcata come quelli che derivano da un’intossicazione da altre sostanze, come alcol e cocaina. Questi fattori favoriscono il passaggio dall’uso di “cannabis” alla dipendenza da “cannabis”. In questi casi si verificano cambiamenti importanti della stabilità dell’umore, nei livelli di energia e nell’alimentazione. Si verifica, inoltre, un significativo calo del rendimento scolastico e lavorativo, con una riduzione anche nell’interesse mostrato dalla persona.
La dipendenza dalla “cannabis” si esprime con un uso quotidiano lungo tutto l’arco della giornata per lunghi periodi di tempo (mesi o anni), e la persona vive così molta parte del tempo sotto l’influsso della sostanza. In alcuni casi, pur a fronte di un uso meno intenso si verificano comunque problemi con la famiglia o in ambito lavorativo o scolastico, poiché il comportamento e il funzionamento cognitivo vengono negativamente influenzati dall’uso periodico di cannabis e dagli stati di intossicazione da “cannabis”, che incrementano le situazioni di rischio nel momento in cui la persona che ne fa uso svolge attività che possono essere fisicamente pericolose (ad esempio, guidare l’automobile).
L’utilizzo della “cannabis” compromette il funzionamento cognitivo, in particolar modo la memoria a breve termine, i tempi di risposta agli stimoli e il funzionamento esecutivo (le capacità di pianificazione e di inibizione). Tale compromissione varia a seconda della dose assunta.
Viene comunemente considerata una cosiddetta droga leggera, ma le persone che la utilizzano regolarmente possono presentare tutte le caratteristiche tipiche di un disturbo da uso di sostanze. Spesso si associa alla presenza di disturbi da uso di altre sostanze, come alcol, cocaina od oppiacei. In questi casi, la persona spesso tende a minimizzare l’entità dei sintomi collegati alla cannabis, poiché di norma causano meno danni rispetto a quelli causati dalle altre sostanze. Una brusca interruzione dell’uso quotidiano della “cannabis” causa l’insorgenza di una sindrome da astinenza, che si manifesta con umore depresso, ansia, irritabilità, aggressività, irrequietezza, perdita di peso e dell’appetito, disturbi del sonno. Generalmente la sindrome da astinenza da cannabis non è così grave come quella generata dalla brusca interruzione dell’assunzione di altre sostanze, tuttavia può anch’essa causare un disagio significativo nella vita della persona, rendendo difficile interrompere l’uso e facilitando eventuali ricadute.
Spesso la “cannabis” viene assunta per modulare lo stato emotivo (per esempio, provare euforia o modulare intensi sentimenti di rabbia), per facilitare il sonno o alleviare dolori fisici. Le persone con una dipendenza da “cannabis” spesso presentano anche altri disturbi mentali, i cui sintomi possono essere esacerbati proprio dall’uso della “cannabis”, che in alcuni casi può anche contribuire all’insorgenza di un episodio psicotico acuto.
Le persone con una dipendenza da “cannabis” spesso non percepiscono un’eccessiva quantità di tempo trascorsa sotto l’influenza della sostanza, minimizzando la quantità e la frequenza dell’uso. Ci sono però alcuni segnali che indicano un uso cronico e acuto: la presenza di occhi rossi, tosse cronica, l’abitudine di bruciare incensi per camuffare l’odore e un craving molto intenso verso alcuni cibi, talvolta in ore inusuali.
Nonostante sia spesso sottovalutata, o forse proprio per questo, è necessario intervenire nei casi in cui vi sia una dipendenza da “cannabis”, sia perché chi ne soffre spesso cerca di interrompere l’uso senza riuscirci sia perché è spesso associata a dipendenza da altre sostanze.
SERGIO  DEMURU

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Giornata mondiale senza tabacco: in aumento le persone che si rivolgono ai Centri antifumo.

Rimane stabile in provincia di Modena il numero dei fumatori ma, rispetto all’epoca pre-Covid, aumentano le persone che si rivolgono ai Centri dell’Azienda ASL di Modena per smettere di fumare coordinati dal dottor Massimo Bigarelli, responsabile del programma aziendale antifumo. Questo il quadro generale che emerge dall’analisi dell’attività dell’Ausl e dall’ultima indagine PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia) sul consumo di tabacco nel 2022-2023. In occasione del “No Tobacco Day”, la Giornata mondiale senza tabacco che ricorre il 31 maggio, l’Azienda USL di Modena sottolinea l’importanza della prevenzione che viene messa in campo dai suoi professionisti attraverso azioni di sensibilizzazione nelle scuole di tutta la provincia e iniziative di promozione della salute rivolte a tutte le fasce di età, dai bambini agi anziani.
In provincia di Modena il 25% dei 18-69enni fuma sigarette, pari a circa 116mila persone, una percentuale in linea con il biennio precedente e con la tendenza regionale (24%) e nazionale. Come già evidenziato lo scorso anno, negli ultimi dieci anni è cresciuto in maniera esponenziale, tanto a livello locale quanto a livello nazionale, il consumo di dispositivi contenenti tabacco o nicotina (sigarette a tabacco riscaldato o sigarette tradizionali). In provincia di Modena, sempre secondo l’indagine PASSI, i consumatori di dispositivi tra i 18-69enni sono passati dallo 0,9% del 2014 all’11,2% del 2023. Nel dettaglio, rispetto al totale fumatori nel biennio 2022-2023, il 19% fuma solo sigarette tradizionali e il 6% fuma sigarette tradizionali assieme ad altri dispositivi. A questi si aggiunge un 6% di persone che fumano esclusivamente sigarette a tabacco riscaldato o sigarette elettroniche.
L’uso di sigarette tradizionali assieme a sigarette a tabacco riscaldato o sigarette elettroniche  è nettamente maggiore tra i 18-34enni mentre i fumatori da 35 a 70 anni si orientano maggiormente su sigarette tradizionali.
Da sottolineare, con una certa preoccupazione, i dati che riguardano il consumo di sigarette elettroniche o a tabacco riscaldato tra gli adolescenti evidenziati dall’indagine di sorveglianza GYTS (Global Youth Tobacco Survey) effettuata in Italia nell’anno scolastico 2021-2022. Nel 2022 in Emilia-Romagna il 16% degli adolescenti di 13-15 anni ha dichiarato di aver fumato sigarette tradizionali negli ultimi 30 giorni (11% dei ragazzi e 20% delle ragazze), il 15% sigarette a tabacco riscaldato (rispettivamente 11% maschi e 19% femmine ) e il 18% sigarette elettroniche (rispettivamente 15% maschi  e 22% femmine). Come si vede, sia nel consumo di sigarette tradizionali sia di dispositivi elettronici o a tabacco riscaldato, per la prima volta le femmine fumano più dei maschi.
Tornando all’indagine PASSI sulla provincia di Modena, l’altro dato da sottolineare riguarda la percentuale di fumatori tra i malati cronici: tra le persone nell’età 18-69 anni affette da almeno una patologia cronica i fumatori sono oltre 21mila (pari al 22% dei malati).
Infine, analizzando complessivamente l’evoluzione dell’abitudine al fumo dei modenesi i dati ci mostrano che dal 2008 ad oggi la prevalenza dei fumatori è complessivamente in calo ma nell’ultimo periodo – 2020/2023 – il calo sembra essersi arrestato.
“A livello regionale l’abitudine al fumo è aumentata nel corso del 2020 interrompendo così la tendenza alla riduzione in atto da molti anni.-ha sottolineato Giuliano Carrozzi, Direttore del Servizio epidemiologia e riduzione del rischio-Dopo la pandemia la percentuale di fumatori ha ripreso a scendere anche se il consumo continua ad essere più alto tra le persone con bassa istruzione e quelle con difficoltà economiche, un effetto negativo della pandemia da Covid-19”
Se da un lato, secondo l’indagine PASSI, la percentuale complessiva dei fumatori è stabile, sono invece in aumento le persone che si rivolgono ai Centri dell’Azienda USL di Modena per smettere di fumare. Rispetto alla media di circa 200 persone che ogni anno si rivolgono ai Centri diffusi in tutto il territorio della provincia (Mirandola, Carpo, Modena, Castelfranco Emilia e Vignola), nel 2023 i partecipanti ai programmi sanitari di disintossicazione sono stati circa 300. I programmi consistono principalmente in corsi intensivi per smettere di fumare, condotti da medici, infermieri ed educatori professionali, assistenti sanitari, psicologi. I corsi si compongono di 12 incontri di 2 ore ciascuno per una durata complessiva di due mesi in cui si imparano regole per smettere di fumare. A distanza di un certo lasso di tempo gli specialisti di Ausl effettuano un follow-up per verificare se la persona ha smesso di fumare o se si sono verificate ricadute e quindi occorre intervenire ancora.
“Dopo la pandemia di Covid-19 i corsi sono ripresi a pieno regime e stiamo riscontrando un aumento delle richieste a partecipare, abbiamo le liste d’attesa.-spiega il dottor Massimo Bigarelli, responsabile del programma antifumo dell’Azienda USL di Modena.-Tra le richieste stiamo notiamo un aumento di persone con età più giovane, anche 25enni, mentre la prevalenza resta la fascia di età 30-50 anni. Notiamo inoltre che diverse persone consumano sia sigarette tradizionali sia sigarette elettroniche, pensando che possano aiutare a smettere di fumare”
Ampia e articolata è l’attività di prevenzione che l’Azienda ASL di Modena rivolge ai giovani organizzando incontri e attività nelle scuole di tutta la provincia per informare sui rischi associati al tabagismo.
Da alcuni anni il SerDP (Servizio Dipendenze Patologiche) promuove nelle scuole il progetto “Scelgo io” rivolto ai ragazzi delle prime classi degli istituti superiori e dei centri di formazione professionale: il progetto consiste in laboratori interattivi attraverso cui gli studenti peer educators, formati dagli esperti, possono discutere insieme ai loro compagni sulle pressioni sociali e sulle vulnerabilità che influenzano scelte tra cui anche quella di fumare e sulle strategie per resistere all’influenza e al condizionamento verso comportamenti a rischio.
Nel corso delle attività ai ragazzi viene inoltre proposto un questionario per conoscere le loro abitudini e conoscenze legate al tema del fumo (e non solo) e raccogliere opinioni e punti di vista poi discussi in sessioni plenarie interattive con gli esperti insieme con il supporto dei peer educators.
E’ emerso che la maggior parte dei ragazzi ha conoscenze adeguate e una percezione delle conseguenze negative del fumo sulla salute ma è presente anche chi ha opinioni non corrette e potrebbe mostrare una maggiore vulnerabilità di fronte a coetanei che fumano in momenti di socialità.
SERGIO  DEMURU

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All’Istituto Comprensivo Grazia Deledda di Ilbono massiccia partecipazione per la tappa del tour “nodipendenze”.

A Ilbono per proseguire la campagna di sensibilizzazione rivolta ai giovani studenti ogliastrini. Presente all’Istituto Comprensivo Grazia Deledda di Ilbono il comandante dell’ispettorato forestale di Lanusei, Giovanni Monaci che ha ribadito l’importanza di questi incontri: “Sono formativi e consentono ai ragazzi di intraprendere percorsi che possano differenziarsi da quelle che sono le insidie di determinate dipendenze”.
Le scuola coinvolta in questo caso è stata quella dell’Istituto Comprensivo Grazia Deledda con le quinte classi della scuola primaria. Sono stati coinvolti 80 studenti.
La manifestazione è stata condotta dal tecnico “Ludico sportivo” Alex Musa, il quale ha coordinato gli interventi di Luisa Puggioni, psicologa-psicoterapeuta e vice-presidente dell’Ordine degli psicologi, la quale da cinque anni segue il progetto legato alle dipendenze. “Il cervello in età adolescenziale è super attivo.-ha detto la psicologa-Facendo uso smisurato dei social vi è una sorta di rilassamento del cervello stesso. Quest’ultimo è diviso in due parti, emisfero sinistro e destro. Entrambi vengono traumatizzati se si esagera stando davanti a un tablet o uno smartphone. Per fare un esempio calzante è come un tubo bloccato da una pietra”. Ha avuto spazio anche il Sindaco di Ilbono, Gianpietro Murru, che ha finanziato il progetto come Comune. Il primo cittadino ha detto: “Il nostro impegno prosegue. Per sensibilizzare studenti, genitori ed insegnanti. C’è da elogiare il metodo educativo differente dal solito quando si trattano argomenti così delicati”. Al suo fianco anche Arianna De Pau, assessore della pubblica istruzione sempre del Comune ogliastrino. Come ospite della mattinata l’Officina Creativa Janas di Lanusei, che opera a livello nazionale nel gioco degli scacchi. Presente anche la Dott.ssa Elisabetta Pusceddu, Presidente dell’Associazione Sport e Salute.
SERGIO  DEMURU

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A Oristano altra tappa del “tour” per le no-dipendenze.

Il tour “No dipendenze”, la campagna di sensibilizzazione e di informazione rivolta ai giovani sui rischi delle tante dipendenze e sulle varie alternative di cui i ragazzi dispongono per un sano stile di vita, ha fatto tappa ieri, mercoledì 8 maggio, ad Oristano. Erano 730 gli studenti delle scuole primarie e secondarie del capoluogo e della provincia presenti al Palasport Sa Rodia, mentre complessivamente erano presenti 840 persone contando organizzatori e staff. Sotto la direzione generale di Roberto Betocchi, il tour è organizzato dall’associazione sportiva dilettantistica Sport e Salute, coordinato dalla presidentessa Annalisa Pusceddu. Ad esso contribuiscono l’assessorato alla Pubblica Istruzione della Regione e vari sponsor privati.
A Oristano, a partire dalle 9.30, a condurre la mattinata sono stati il direttore artistico dell’evento Alex Musa, capace di intrattenere i ragazzi dando loro empatia ed emozioni, e Claudia Tronci. Ad aprire l’evento c’è stata l’esibizione del percussionista di strada Michele Angius, che ha suonato utilizzando come strumenti musicali barattoli di vernice, pentole e padelle. Subito dopo tutti in piedi per l’inno di Mameli. Sul palco allestito all’interno del Palasport Sa Rodia si sono alternati, con i loro saluti e interventi, le cariche istituzionali, dal sindaco Massimiliano Sanna al questore Giuseppe Giardina, passando per il vice prefetto vicario Giuseppe Rania, il comandante provinciale dei Carabinieri, Steven Chenet e il Comandante della Guardia di Finanza, Giancarlo Sulsenti, ma anche numerosi professionisti del settore, come psicologi, medici ed educatori sportivi. Fra questi gli psicologi Fabrizio Floris e Ofelia Muscu e la direttrice del Serd di Oristano, Paola Milia. Fra gli educatori e formatori sono intervenuti Gianluca Medas, del
Comitato scientifico dell’asd Sport e Salute, Michele Zucca, direttore della asd All Together che gestisce la piscina comunale, Gavino Puggioni, educatore digitale, e Pierpaolo Sanna, formatore. Musa si è anche esibito nel brano “Due vite”, con cui Marco Mengoni ha vinto il Festival di Sanremo nel 2023.
Fra un intervento e l’altro tanti momenti ludici e di spettacolo, che hanno riscosso il gradimento degli studenti: s i è infatti esibito in alcuni esileranti sketch e in numeri da giocoliere il nerd Nicola Virdis, divenuto celebre con la partecipazione alla trasmissione di successo Italia’s Got talent, i ballerini di break dance Alberto Lugliè e Fabio Manca e il biker freestyler Davide Riffaldi. Betocchi ha annunciato la realizzazione di un film sulle dipendenze che partirà proprio da Oristano, e ha lanciato un casting per gli attori che vi reciteranno. I ragazzi hanno quindi potuto visitare il “villaggio delle alternativ e”, allestito all’esterno. Presenti diversi stand, fra cui quelli delle forze dell’ordine, predisposti per dare ai ragazzi tutte le informazioni necessarie e stand con i giochi di legno e gli scacchi per allenare la manualità e abituarsi ad usare meno gli smartphone. Dopo Oristano il tour “No dipendenze” toccherà ulteriori tappe in tutta l’isola. Le scuole che volessero iscriversi al progetto possono contattare l’associazione Sport e Salute chiamando il numero 3475462270 o inviando una mail ad acsportesalute@gmail.com.
Paola Milia, direttrice Serd Oristano, ha solo parole di elogio «È stata una giornata meravigliosa, con in circolo un sacco di dopamina. Davvero illuminante e preziosa. Per noi è davvero importante riuscire ad arrivare alla popolazione e dire chi siamo. Perché siamo un servizio che spesso viene messo un attimino da parte, in quanto c’è molto pregiudizio sul servizio per le dipendenze, mentre in realtà noi siamo un servizio che deve fornire aiuto alla popolazione. Totalmente gratuito, dato che si accede ad esso senza l’impegnativa del medico, si arriva, si telefona o si manda una mail, e noi ci siamo. Ci tengo anche a sottolineare che il nostro servizio è composto da tante figure professionali, e questo dà l’idea di quanto sia complessa la dipendenza. Noi offriamo anche un servizio d’aiuto, un servizio psicologico per i genitori, che trovano risposte alle loro domande. Ovviamente non possiamo subentrare rispetto a chi non viene. Spesso ci sono genitori che ci contattano, ci chiamano, chiedendoci di intervenire sul figlio, ma il figlio non ne vuole sapere di venire. Ovviamente se il figlio è minorenne il genitore ha un ruolo importante, quello di farlo arrivare al servizio. Se è maggiorenne possiamo offrire solo supporto al famigliare, in modo che pian piano arrivi a noi».
«I campanelli d’allarme di una dipendenza sono tanti. Anche l’uso del cellulare diventa un problema nel momento in cui smettiamo di fare sport, non vogliamo più incontrare un amico perché lo vedo online, nel momento in cui non parlo più e mi chiudo in stanza, e non faccio tutto quello che è alternativo e sano».
«Eventi come questo sono molto rilevanti. Abbiamo sposato questa iniziativa perché crediamo che sia fondamentale per sensibilizzare e promuovere iniziative importanti contro le dipendenze, che possono essere da una sostanza, da un utilizzo del cellulare eccessivo, del denaro per il gioco illegale e di tutto ciò che comporta questo aspetto. Quindi è importante che i giovani sappiano, grazie a queste iniziative, che quelle cose non vanno fatte. Occorre prevenire per evitare di correre rischi importanti per la salute»
Quindi il Questore di Oristano, Giardina: «La Polizia di Stato è una grande organizzazione, che previene le illegalità e le reprime. Le dipendenze hanno quasi sempre aspetti negativi e configurano spesso dei reati, che creano danni ai cittadini. Ai genitori consigliamo di educare i figli fin da piccoli a saper scegliere, e a non essere dipendenti dalle sostanze e dai cellulari.

SERGIO  DEMURU

PAOLO CAMEDDA

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Tante le tematiche trattate nel tour “nodipendenze” alla 46a tappa.

Ancora alla ribalta il tour “nodipendenze” all’Infanzia Lieta di Cagliari, giunto alla 46a tappa e che riserva una gradita sorpresa. I giovanissimi della quarta e quinta A della sezione dell’Istituto che fa parte dell’infinito universo salesiano, hanno mostrato una preparazione fuori dal comune. Si ritrovano avanti rispetto a quella che è la media generale nelle altre realtà finora visitate. Domande intelligenti per interagire con i relatori, soprattutto con Alex Musa, sempre empatico nel porsi all’attenzione degli alunni e capace di sprigionare quelle che sono le esigenze per riuscire a capire la variegata psiche di chi gli sta di fronte. Una mattinata trascorsa forse troppo velocemente, perchè i ragazzi presenti avrebbero voluto continuare nel “ping-pong” delle domande e risposte e comunque incuriositi dalle varie sfaccettature dell’evento che per loro risultava una novità assoluta. “Grazie davvero a tutto il corpo insegnante ed ai ragazzi.-ha detto Annalisa Pusceddu, presidente dell’Associazione “Sport e Salute”-Abbiamo trascorso momenti importanti per fare apprendere ai giovani alcuni dettami di quelle che sono le alternative ad un determinato tipo di dipendenze. Dopo una giornata del genere tutti ci rimarranno nel cuore. Portiamo avanti un discorso di vita, con reali argomenti che toccano tutti”.
Sulla stessa linea anche la coordinatrice didattica dell’Istituto, Lorena Pischedda: “Siamo fieri della collaborazione che va avanti da tanti anni con l’associazione “Sport e Salute”. Anche in questa occasione c’è stato un interesse che ha superato la media. I ragazzi erano attenti e soprattutto partecipi. Ci auguriamo nel proseguire a breve con altri incontri”. Tante le tematiche trattate, per utilizzare gli strumenti in modo corretto e senza lasciarsi trascinare dall’innovazione. Un concentrato di emozioni che ha coinvolto la platea. Francesco, della quarta A, ha mostrato di essere informatissimo sul libro “La città del tablet”, sorprendendo gli stessi organizzatori dell’evento.

SERGIO  DEMURU